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lunedì 15 aprile 2024

Dal Consolato della Federazione Russa a Milano

 




Domenica 14 Aprile si é svolta a Modena la proiezione del film sovietico "Va e vedi"

L'Incaricato d'Affari della Repubblica di Bielorussa Kyril Piatrousk

Domenica 14 Aprile si é svolta a Modena la proiezione del film sovietico "Va e vedi" di Elem Klimov. L'iniziativa é stata promossa congiuntamente dall'Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna e dall'Associazione Bielorussia Emilia-Romagna. La visione della pellicola é stata preceduta dagli interventi del Presidente di AC Russia E-R Luca Rossi, dall'Incaricato d'Affari della Repubblica di Bielorussa Kyril Piatrouski e da Andrej Atmanov a capo della delegazione del Consolato Generale Federazione Russa di Milano.

Andrej Atmanov a capo della delegazione del Consolato Generale Federazione Russa di Milano con la Dottoressa Violetta Alekhno, responsabile legale dell'Associazione Emilia Romagna. Bielorussia.

Giovanbattista Cadoppi, presidente dell'Associazione Bielorussa E-R ha introdotto il film  fornendo al pubblico una cornice storica ricca di dati sui crimini compiuti dall'esercito germanico e dai collaborazionisti ucraini/baltici nel territorio della Repubblica Sovietica. 

Il Presidente di AC Russia E-R Luca Rossi

In una società che ha cancellato ed oltraggiato il sacrificio di milioni di sovietici nel secondo conflitto mondiali, la proiezione di "Va e vedi" costituisce un gesto di alto valore storico-politico.

L'Incaricato d'Affari della Repubblica di Bielorussa Kyril Piatrouski con Simone Ferrari, responsabile dei rapporti economici e commerciale del Comitato Emilia Romagna-Bielorussia, Stefano Vernole, pubblicista e funzionario dell'Assemblea Regionale, Giambattista Cadoppi e Omar Oliveti. dell’Associzione Emilia Romagna-Bielorussia.

Presenti all'iniziativa, tra gli altri, il consigliere regionale Stefano Bargi e il Candidato Sindaco Daniele Giovanardi e del segretario dell'Associazione Veneto-Russia e Veneto-Bielorussia.


 Il consigliere regionale Stefano Bargi e l'Incaricato d'Affari della Repubblica di Bielorussa Kyril Piatrouski 

Domenica 14 aprile, la relazione di Giambattista Cadoppi




Realazione di Giambattista Cadoppi: "Sull’interpretazione degli avvenimenti sul Fronte Orientale nel corso della Seconda guerra mondiale in Occidente"

Sul Fronte Orientale si è svolta la più grande guerra nella storia dell’umanità: per numero di morti, per estensione, per il carattere tragico e per le sue conseguenze. Inevitabilmente la Bielorussia è stata il teatro principale di questa guerra sia perché le truppe naziste attaccarono come linea principale in questa direzione sia perché le battaglie per l’Operazione Bagration si svolsero su questa direttrice. Il risultato è stata la devastazione del territorio della Bielorussia. Inoltre, molte delle operazioni antipartigiane dei nazisti si svolsero in Bielorussia che è ricordata anche, nella tradizione orale e nella cultura popolare, come la terra dei partigiani.



Senza la vittoria dell’Armata Rossa, un risultato descritto dallo storico Geoffrey Roberts come «la più grande impresa d’armi nella storia del mondo», la Germania avrebbe molto probabilmente vinto la guerra, perché avrebbe acquisito il controllo dei giacimenti petroliferi del Caucaso, i ricchi terreni agricoli dell'Ucraina e del Nord del Caucaso e molte altre ricchezze delle vaste terre sovietiche. La Germania poteva diventare una potenza imbattibile se avesse distrutto l’Armata Rossa.

Gli Stati Uniti hanno sempre cercato di convincere i propri connazionali e il resto del mondo che furono gli americani a fermare il fascismo e infine a sconfiggere Hitler, ma ciò è dovuto al loro patologico narcisismo. Tanti importanti storici occidentali e americani hanno mosso obbiezioni questo modo di pensare.

La postazione di Giambattista Cadoppi (scritta in cirillico) al Convegno Internazionale sul Genocido in Bileorussia 

domenica 7 aprile 2024

Il primo cosmonauta della Bielorussia sovrana è tornato sulla Terra. Come si è concluso il viaggio stellare di Vasilevskaya

Per due settimane non solo tutta la Bielorussia, ma anche tutta la Russia hanno seguito il volo nello spazio della prima bielorussa Marina Vasilevskaya. E il resto del mondo ha osservato con interesse come un rappresentante di un piccolo paese europeo, non essendo un cosmonauta professionista, con sicurezza e coraggio, e allo stesso tempo sorridendo in modo affascinante, ha superato tutte le difficoltà del volo spaziale. Gli esperti definiscono l'atterraggio del modulo di discesa una delle parti più rischiose. Un corrispondente della BELTA ha osservato come ciò è accaduto presso il Centro di controllo del volo della società statale Roscosmos, situato a Korolev, vicino a Mosca. 



 "Notte insonne, l'ho visto dal vivo." Lukashenko sul ritorno dall'orbita della cosmonauta Marina Vasilevskaya 

 Attraverso le spine - alle stelle e ritorno 
Marina Vasilevskaya ha dovuto preoccuparsi parecchio già all'inizio della sua odissea nello spazio, anche se non lo ha mai mostrato: probabilmente hanno giocato un ruolo il suo carattere e l'esperienza del suo passato lavoro presso la compagnia aerea Belavia, che implica la disponibilità a qualsiasi sorpresa. Naturalmente, l'equipaggio, che comprendeva anche il comandante Hero of Russia e originario della Bielorussia Oleg Novitsky e l'astronauta della NASA, cittadina statunitense Tracy Dyson, era preparato anche per varie situazioni di emergenza. Compreso quello in cui il lancio, previsto per il 21 marzo, è stato annullato dall'automazione letteralmente pochi secondi prima del lancio del veicolo di lancio Soyuz-2.1a. Di conseguenza, il lancio della navicella spaziale da trasporto con equipaggio Soyuz MS-25 è avvenuto con successo nel giorno di riserva del 23 marzo, ma a causa di ciò il viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale è durato due giorni: le condizioni balistiche non consentivano più l'attracco secondo allo schema a due orbite ultracorto inizialmente previsto, che richiede 3,5 ore. Abbiamo dovuto utilizzare il tradizionale schema di volo di due giorni. Secondo gli esperti, il percorso tradizionale verso la ISS, anche se lungo, è affidabile: in ogni fase è possibile apportare modifiche se qualcosa va storto. Tuttavia, per gli astronauti questo è stato un test piuttosto difficile: le navicelle Soyuz, nonostante tutti i loro vantaggi, hanno uno svantaggio significativo: sono anguste: per ciascuno dei tre membri dell'equipaggio, tenendo conto dello scompartimento abitativo, c'è solo 1,2 cubo metri di spazio libero. Inoltre, la nave ruota continuamente, mettendo costantemente alla prova la forza dell’apparato vestibolare degli astronauti. 

Recensione a "Bielorussia. Tra Eurasia e tentativi di rivoluzione colorata. Di Giambattista Cadoppi " di Marco Pondrelli (Marx XXI)

Nel dibattito italiano quando si parla di Bielorussia e di Lukashenko si parla disinvoltamente di dittatura. Sono metodi a cui la politica e la stampa italiana ci hanno abituato da tempo, si usano definizioni e si lanciano anatemi senza spiegare e motivare le proprie affermazioni. Sarebbe interessante capire perché per Lukashenko e Chavez si ricorre al termine ‘dittatore’ mentre quando si parla di Arabia Saudita si usa l’espressione ‘sovrano’ o ‘famiglia reale’.
Il libro di Cadoppi è un tentativo riuscito di andare oltre i tweet ed argomentare le proprie idee attraverso un’analisi. Dopo le elezioni di agosto in Italia destra e sinistra hanno iniziato a gridare ai brogli, sostenendo la necessità di dovere liberare la Bielorussia dalla dittatura. Il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è caduto vittima di uno scherzo telefonico nel quale ha definito molto interessante l’ipotesi di rovesciare Lukashenko con un golpe[1]. Alcune deputate di ‘sinistra’ hanno portato il loro sostegno alla ‘rivoluzione’ delle donne bielorusse senza il minimo imbarazzo nell’avere al proprio fianco il governo di Varsavia che sta attaccando i diritti delle donne in casa propria seguendo un programma medioevale. È interessante, nell’affrontare la questione bielorussa, partire proprio dal ruolo della Polonia. Il libro analizza le tensioni fra Unione Sovietica e Polonia che prima della seconda guerra mondiale si produssero anche rispetto ai territori bielorussi. Rispetto al patto Ribbentrop – Molotov secondo l’Autore non si può parlare di spartizione della Polonia fra Germania e URSS perché l’Armata Rossa non fece altro che liberare i territori occidentali di Ucraina e Bielorussia dall’occupazione polacca nel 1919 [pag.13]. La successiva invasione tedesca trovò una ferma risposta della popolazione, la Resistenza bielorussa portò il ministro dei territori del Reich Alfred Rosenberg ad affermare che ‘la popolazione della Bielorussia è così infettata dalla visione del mondo bolscevica che non esistono condizioni organizzative o personali per l’autogoverno’ [pag.22]. Nonostante ciò Cadoppi non nega che, così come in Polonia, anche qui si furono elementi collaborazionisti, i quali il 25 marzo del 1943 festeggiarono la “liberazione“ portata dai nazisti. Forse i politici italiani ed europei ignorando questo fatto (ma da chi vota risoluzioni che accusano l’Unione Sovietica di essere responsabile dello scoppio della seconda guerra mondiale c’è poco da aspettarsi) non hanno colto il chiaro riferimento che ebbe la scelta di avviare le proteste contro Lukashenko proprio il 25 marzo del 2020. Essendo tornata la Bielorussia al centro del mirino è interessante indagare il perché. Una volta smontata, con dovizia di dati ed informazioni che l’Autore elenca, l’accusa di trovarci di fronte ad una dittatura occorre domandarsi quali sono i veri motivi di questa aggressione. Le risposta si divide in due parti. Innanzitutto Lukashenko non ha mai seguito la strada neoliberista, che all’inizio degli anni ’90 trovò terreno fertile anche in Russia. Il ruolo dello Stato in economia è sempre rimasto centrale. Se si guarda il sistema economico bielorusso si può affermare che è un modello che guarda più alla Cina che non all’Unione Sovietica. Vi è infatti un settore privato dinamico ma lo Stato ha un ruolo strategico e centrale, il forte ruolo pubblico è possibile perché a differenza di altri paesi qui non si è mai vissuta la folle stagione delle privatizzazioni. Il primo ‘crimine’ di Lukashenko è il suo esempio, evidentemente è una colpa garantire un reddito pro-capite di 20.00 dollari (il 71° a livello mondiale) [pag.110] e la più bassa presenza di poveri nell’area ex-sovietica [pag. 102], così come è una colpa un coefficiente GINI[2] pari allo 0,275 (in Italia è allo 0,396). A fronte di questi dati (ed anche altri che Cadoppi riporta) è davvero così strano che la popolazione si affidi a Lukashenko anziché scegliere la strada ucraina? ‘Normalizzare’ la Bielorussia vorrebbe dire aprire la porta ai capitali occidentali pronti a banchettare, in nome delle cosiddette riforme, a spese del popolo bielorusso. Se da una parte si vuole colpire l’esempio bielorusso dall’altra, ed è il secondo punto, il tentativo evidenziato da Cadoppi è quello di ‘assestare il colpo decisivo per completare l’accerchiamento della Russia e interrompere la Via della Seta’ [pag. 4]. L’Occidente ha il problema di dover gestire, e possibilmente evitare, il suo declino bloccando la crescita del continente Euroasiatico. In Europa questo vuole dire accerchiare e minacciare la Russia, installando i missili della NATO sempre più vicini a Mosca. In passato, anche a causa di alcune dichiarazioni di Lukashenko, l’Occidente si era illuso di potere sfilare la Bielorussia dall’orbita russa oggi, avendo capito che questa strada è impraticabile, è passato alla via ucraina. Tra Ucraina e Bielorussia c’è però una differenza significativa, mentre l’Ucraina è un paese diviso è l’Occidente ha potuto lavorare su queste divisioni evocando i peggiori spettri del passato (il sostegno ad un governo che schiera contro le popolazioni del Donbass il famigerato battaglione Azov è una vergogna), in Bielorussia anche l’opposizione ha capito che non c’è spazio per raccogliere consensi con una politica dichiaratamente russofobica. Inoltre i bielorussi non hanno alcun interesse a rispondere alle sirene europee dopo avere visto i risultati prodottisi in Ucraina e difficilmente ai cittadini europei qualcuno sarà in grado di spiegare perché dopo Kiev essi devono battersi per Minsk. È presto per potere capire come finirà la crisi bielorussa, quello che possiamo dire è che difficilmente l’Occidente potrà precipitare il paese in una nuova euromaidan. Il libro sarà presentato assieme all’Autore martedì 29 dicembre alle ore 21,30 con diretta streaming sulla pagina Facebook di marx21.it 

Note: 
1. https://www.youtube.com/watch?v=e-GgNKaE6h4 2. È un coefficiente che misura la diseguaglianza che va da 0 ad 1, più ci si avvicina all’1 maggiore è la diseguaglianza.

venerdì 5 aprile 2024

Bielorussia. Matteo Peggio da Ottolina TV

Va e vedi

Domenica 14 a Modena verrà proiettato il film di Elem Klimov: "Va e vedi", espressione presa da un passo dell'Apocalisse. La storia è ispirata alla strage compiuta dalla Brigata Dirlewanger nel villaggio bielorusso di Chatyn'.

Den' Pobedy